giovedì 12 gennaio 2017

SI, L’INFERNO ESISTE! Ecco per chi. - Può un Cristiano andare in Inferno?

Insegnamento di Henri Viaud-Murat


Può un Cristiano andare in inferno?



Questa sera voglio parlarvi di un argomento che non tratto spesso, ma siccome dobbiamo annunciare l’intero consiglio di Dio, bisogna parlarne.
Dobbiamo parlarne anche intorno a noi.
Vi parlerò dell’inferno e del giudizio.
Di solito questo messaggio riguarda in particolare modo i pagani, quelli che non sono convertiti, ma riguarda anche noi Cristiani, perché dobbiamo conoscere la terribile sorte di chi rifiuta la salvezza, di coloro che rifiutano Gesù Cristo.

Se pensiamo alle fiamme dell’inferno, abbiamo davanti agli occhi quello che il Signore, nella sua giustizia, ha preparato per i ribelli che non accettano la salvezza. Questo dovrebbe spronarci a parlare del Signore, perché il Signore dice che dopo la morte viene il giudizio e ci sono solo due posti dove andare!
O siamo con il Signore, 
o siamo lontani dal Signore, in inferno per l’eternità.
Molti entrano dalla porta larga, dal grande viale che porta alla perdizione eterna. E Gesù dice che sono pochi coloro che trovano la porta stretta e il sentiero che sale verso la vita eterna.

Il Signore ci mantiene su questa terra, per parlare di Lui a coloro che sono perduti e per aiutare coloro che sono salvati ad avanzare nella perfezione che Gesù ha previsto per noi Cristiani.

Questa sera parliamo dell’inferno.
Sapete che la Bibbia parla molto del fuoco eterno, della Geenna, dell’inferno e del castigo degli empi, ma citerò solamente il Vangelo di Matteo e qualche passaggio nelle epistole.

Nel vangelo di Matteo, dalle parole di Gesù Cristo stesso, vediamo quante volte il Signore parla della Geenna, dell’inferno, del castigo eterno e della punizione che spetta ai ribelli, coloro che rifiutano il Signore o che non vogliono pentirsi.

Anche noi dobbiamo parlare dell’inferno.

A volte sento dire dai Cristiani: “Ah io non voglio parlare dell’inferno perché fa paura. Voglio che la gente venga al Signore per amore e non per paura!”
É vero. Ma è comunque meglio venire al Signore per paura che andare a bruciare in inferno per l’eternità.
Però ci sono delle anime con il cuore indurito verso l’amore del Signore. Quando gli si parla dell’amore del Signore lo ridicolizzano e ci prendono in giro.
Bisogna allora parlare loro dell’inferno e delle fiamme eterne, di quello che le aspetta, dei terribili giudizi che arrivano sui ribelli. Bisogna parlarne. Non dobbiamo avere paura di farlo. Ovviamente non dobbiamo parlare solo dell’inferno a chi è intorno a noi, ma è necessario parlarne.

Lo Spirito Santo ci condurrà, in certi momenti, a parlare unicamente dell’amore del Signore a quelle anime che sono state ferite, stanche della vita, malate, sofferenti, che cercano una liberazione. Ma ci sono anche anime indurite, anime nel peccato, che hanno già sentito parlare decine di volte della grazia di Dio e che l’hanno rifiutata… A queste bisogna parlare del giudizio eterno e dell’inferno. Bisogna annunciargli che c’è un Dio santo che non tollera il peccato e gli schernitori, e che dopo la morte ci sarà il Giudizio per tutte queste anime.

É un giudizio eterno, tra atroci e orribili sofferenze, che non hanno mai fine.
Alcuni non capiscono e dicono: “Se Dio è un Dio d’amore, non può avere immaginato un castigo così orribile come l’inferno eterno per chi lo rifiuta!”
Non possiamo giudicare Dio, né quello che Egli fa.
Non sta a noi dirGli: “ma cosa fai? Perché lo fai?”
Dio ci ha avvisati: “Esiste un giudizio. Esiste un inferno”
E questo rende il paradiso e il cielo ancora più desiderabili; quando vediamo le meraviglie che Dio ha previsto per i Suoi figli, per coloro che accettano il Signore: le meraviglie del nuovo cielo, della nuova terra, della nuova Gerusalemme e dell’eternità con Dio. Quanto è semplice accettare il Signore per fede e rifiutare tutta la nostra vita di peccato per andare verso di Lui.

Invocate il Nome del Signore e sarete salvati.
Gesù ha detto: “Chiunque invocherà il Signore (con un cuore sincero), sarà salvato!”. Quando vediamo che alcuni si induriscono e rifiutano la salvezza del Signore! Ed anche quanti Cristiani si induriscono nel peccato credendo di essere salvati! É terribile!

Direi che è ancora più terribile, perché esistono delle chiese dove i Cristiani dormono. Vengono addormentati con ogni sorta di balsami e di false dottrine, da insegnamenti che non tengono svegli i Cristiani nel Signore. Vengono addormentati con l’insegnamento di una salvezza eterna che non viene dal Signore. Gli si dice: “Una volta che hai ottenuto la salvezza, sei salvato per l’eternità, e siccome sei sotto la grazia del Signore puoi fare quello che vuoi. Dopotutto, anche se ti separi da tua moglie, se ne trovi un altra, se ti droghi o ti prendi una sbronza, poiché hai accettato Gesù come tuo Signore e Salvatore sarai sempre sotto la Sua grazia…”.

Tali insegnamenti provengono dalle profondità dell’Abisso, e sono questi che mandano migliaia e migliaia di anime in inferno. 
La salvezza si può perdere, se si rinnega il Signore! Se si ritorna nel mondo, a quello che si è vomitato, anche il Signore ci rinnegherà e ci rigetterà. 
Egli è fedele per non rifiutare mai quelli che vengono a Lui, ma è scritto che se rinneghiamo il Signore, anche Lui ci rinnegherà.
Se lo rifiutiamo Egli non ci imporrà la sua salvezza con la forza. Bisogna parlare di questo!

Leggerò nel Vangelo di Matteo cosa viene detto sulla collera a venire. Sappiamo che Dio è un Dio di grazia. Voglio sempre soffermarmi sulla grazia del Signore, perché è la grazia di Gesù che ci permette di sfuggire alla collera a venire. 
Ma questo significa che c’è davvero una collera che cadrà sui figli della ribellione che non accettano il piano del Signore. La grazia ci viene data da Dio, come dono gratuito, per evitare la collera che verrà.

Nel capitolo 3 del Vangelo di Matteo, vediamo il ministero del profeta Giovanni Battista, un vero ministero di profeta che predica il pentimento e che chiede a coloro che vivono nel peccato di pentirsi. É l’inizio della predicazione del Vangelo! 
La predicazione di Giovanni Battista, quella di Gesù, quella degli apostoli, dei discepoli, fin dall’inizio è stata: 
“Pentitevi! Ravvedetevi!” 
Predicate il ravvedimento e il regno di Dio! Non si può entrare nel regno di Dio senza pentimento!
Se Dio ci chiede di predicare il ravvedimento, significa che tutti gli uomini hanno la possibilità di pentirsi. 
Lo Spirito Santo è stato sparso su tutta la terra e, per bontà di Dio, spinge gli uomini a pentirsi.

Questo significa che lo Spirito Santo si trova vicino ad ogni peccatore per spingerlo con la Sua grazia, a pentirsi dei propri peccati, mostrandogli che sono dei peccati, e dicendogli: “Ora che hai capito che sei nel peccato, chiedi perdono a Dio!”. Un volta fatto questo, nella Sua grazia, Dio ci perdona completamente: il sangue di Gesù cancella tutti i nostri peccati. Quindi, lo Spirito Santo entra in te e ti purifica interamente. L’acqua del battesimo, il fuoco dello Spirito santo, sono i mezzi che il Signore ci ha dato per purificarci nel Signore. Ci vuole puri. Vuole che diventiamo un tempio santo per ospitare il suo Spirito. 
Inizia quindi il suo messaggio dicendo: “Pentitevi!

Il Signore dice in Matteo 3 nel versetto 8
«Fate dunque frutti degni di ravvedimento! E non pensate di dir fra voi stessi: "Noi abbiamo Abrahamo per padre"; perché io vi dico che Dio può far sorgere dei figli di Abrahamo anche da queste pietre. E la scure è già posta alla radice degli alberi…» 
Questi alberi sono gli uomini. Siamo tutti uomini con delle radici e la scure di Dio è posta alle nostre radici. É detto che l’albero che non produce frutto sarà tagliato e buttato. Dove? Nel fuoco!
Non viene mica detto che l’albero evaporerà nel nulla o che scomparirà. Viene detto: “Ogni albero dunque che non fa buon frutto, sarà tagliato e gettato nel fuoco!”. Sappiamo che si tratta del fuoco dell’inferno,del lago di fuoco, l’eternità in inferno con il diavolo e i suoi angeli e il falso profeta, tormentati per tutta l’eternità. 
Il criterio usato da Dio è: “Portate buoni frutti!”

Non è possibile portare dei buoni frutti al di fuori di Gesù Cristo.
É Lui la vite, è necessario essere attaccati alla vite per portare dei frutti. Era il messaggio di Giovanni Battista. L’albero che non porta dei buoni frutti sarà tagliato e gettato nel fuoco. Poi annuncia come possiamo portare buoni frutti: 
«Io vi battezzo in acqua, per il ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno neanche di portare i suoi sandali; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco. Egli ha in mano il suo ventilabro e pulirà interamente la sua aia; raccoglierà il suo grano nel granaio, ma arderà la pula con fuoco inestinguibile»
La pula sono i ribelli, coloro che rifiutano lo Spirito Santo che Dio manda per purificare il mondo. E dice che la pula verrà bruciata nel fuoco che non si spegne mai. É terribile! Il giudizio di Dio viene per i ribelli che non accettano la sua salvezza. Dio ci avvisa chiaramente che esiste un fuoco inestinguibile, e che in quel fuoco verranno gettati tutti i ribelli, la pula. La pula è quello che resta, non contiene frutto. Il buon frutto sarà raccolto nel granaio, e cioè nel cielo, del Signore.

Leggiamo Matteo 5 versetto 22. Ricordiamoci che in questo sermone sulla montagna Gesù predica ai suoi discepoli. Parla ai discepoli e dice: 
«Ma io vi dico: Chiunque si adira contro suo fratello senza motivo, sarà sottoposto al giudizio; e chi avrà detto al proprio fratello: "Raca", sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: "Stolto", sarà sottoposto al fuoco della Geenna.»
Vi rendete conto di quello che il Signore dice ai suoi discepoli?
“Se hai dell’animosità, della rabbia, dell’odio nel tuo cuore contro tuo fratello, meriti di essere punito.” E vediamo nel resto dell’insegnamento della Parola che non è solamente contro tuo fratello, ma contro chiunque, poiché, in un certo senso, tutti gli uomini sono fratelli nella carne.

Gesù dice che colui che si mette in collera contro suo fratello è un omicida, che merita di essere punito dal fuoco dell’inferno. Questo perché Gesù sa molto bene che quella collera è una collera omicida, una collera che spinse Caino ad uccidere suo fratello Abele! Si tratta della manifestazione di uno spirito di omicidio. 
In abbiamo lo Spirito del Signore, che è uno Spirito d’amore. Gesù ci chiede di amarci gli uni gli altri. Il segno principale di colui che appartiene al Signore è l’amore, che Egli mette nel nostro cuore, l’amore che è capace di sopportare ogni cosa (1 Corinzi 13:4-7), le ingiustizie e tutto il male che ci viene fatto.
É la base della vita cristiana! Dobbiamo sopportare l’ingiustizia senza amarezza, senza collera, senza animosità! 

Carissimi, noi Cristiani, che abbiamo accettato il Signore, dobbiamo vegliare attentamente sui nostri passi, per non conservare mai la minima amarezza, la minima collera, la minima animosità, contro chiunque. Se conserviamo dell’amarezza in noi, e se non ci pentiamo davanti al Signore per chiedere che il sangue di Gesù venga a cancellarla, riempiendoci del Suo amore verso tutti quelli che ci circondano e che ci hanno fatto del male, quell’amarezza pian piano germoglierà e finirà per infettare tutto il nostro essere.
É l’insegnamento della Parola: l’amarezza infetterà tutto e se restiamo in quella amarezza, ci aspetta la perdizione del fuoco eterno! É molto semplice.

Ho letto la testimonianza di una donna che il Signore ha portato, in visione, a visitare l’inferno. Una esperienza molto penosa per lei. In inferno il Signore le ha mostrato una donna che bruciava nel fuoco. Quella donna era stata una Cristiana molto impegnata, che aveva predicato la Parola, portato moltissime anime al Signore e che aveva camminato per un tempo con Dio nella potenza dello Spirito Santo.
Un giorno seppe che suo marito la tradiva. Suo marito quando fu scoperto, le chiese perdono, ma lei non lo perdonò mai. Anche se con le labbra lo aveva perdonato, serbò sempre nel suo cuore una profonda amarezza contro di lui. Quella amarezza crebbe nel corso degli anni e un giorno esplose: uccise suo marito. Questo prova che quel sentimento di odio, che era in fondo al suo cuore, un giorno finì per esprimersi. E subito dopo si tolse la vita e si ritrovò in inferno.

Ci sono persone che non ucciderebbero mai fisicamente, ma portano nel cuore lo stesso sentimento di odio. Gesù ci dice che si tratta di omicidio. 
Quindi, dire che abbiamo una salvezza eterna e che una volta accettato il Signore, la conserviamo malgrado qualunque cosa facciamo, è un invenzione del diavolo! Se non ci pentiamo dei nostri peccati, andremo in inferno! Colui che muore nei suoi peccati, va in inferno.

In Ezechiele 33, nel versetto 12, viene detto: “La giustizia del giusto non lo salverà nel giorno della sua trasgressione; l'empio non cadrà per la sua empietà nel giorno in cui si sarà allontanato dalla sua empietà; nello stesso modo, il giusto non potrà vivere per la sua giustizia nel giorno in cui peccherà”.
Se commette un solo peccato, e ovviamente se non se ne pente, cancellerà tutta una vita di giustizia. Invece un peccatore che avrà vissuto tutta una vita di peccati, se si pente, se accetta il Signore, quell’unico atto di giustizia (il pentimento e l’accettazione del perdono del Signore attraverso il sangue di Gesù) cancellerà tutti i suoi peccati.

É importante comprendere che il Signore non vuole che abbiamo in noi la minima traccia di animosità, di odio o di amarezza, verso chiunque. Siamo stati feriti dalle persone, siamo stati feriti anche da dei Cristiani, da membri della nostra famiglia, alcuni hanno subito dei trattamenti molto duri, ma Dio giudica la profondità dei nostri cuori. Se abbiamo la minima amarezza, è una radice di empietà, di peccato, che germoglierà. Dobbiamo pentircene immediatamente e dire: “Signore, ti prego, perdonami! Conosco la sorte terribile di chi non perdona con tutto il cuore quelli che gli hanno fatto del male. Signore, togli dal mio cuore questa radice, me ne pento, ti chiedo perdono. Riempimi il cuore con il tuo amore e il tuo perdono! Tu mi hai perdonato Signore; posso forse non perdonare anch’io coloro che mi hanno fatto del male?”
Non dobbiamo avere in noi la minima traccia di amarezza. É di vitale importanza.

Leggiamo poco più avanti nel versetto 27 di Matteo 5, Gesù dice: «Voi avete udito che fu detto agli antichi: "Non commettere adulterio". Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.»
Giudichiamo quelli che lasciano la moglie per andare con altre donne, e abbiamo regione di giudicarli in senso spirituale, di dire che è male. Ma cosa dire di tutti quelli che desiderano nel loro cuore, che non si può vedere dal di fuori? Dio lo vede! Dobbiamo riconoscerlo come un peccato davanti a Dio dicendo: “Signore, Perdonami!” Perché è detto nel versetto 29
«Ora, se il tuo occhio destro ti è causa di peccato, cavalo e gettalo via da te, perché è meglio per te che un tuo membro perisca, piuttosto che tutto il tuo corpo sia gettato nella Geenna». Il fatto che qualcuno abbia semplicemente guardato una donna con desiderio e che non se ne sia pentito, per Dio è un peccato che porta alla geenna.

Nel versetto 32: «Ma io vi dico: Chiunque manda via la propria moglie, eccetto in caso di fornicazione, la fa essere adultera; e chiunque sposa una donna ripudiata, commette adulterio.»
Quanti Cristiani sono in questa situazione! Dovremmo gridare al Signore per chiedere la misericordia di Dio per tutti quelli che non si pentono di questo peccato. Il Signore ha voluto che l’uomo e la donna si sposino, che siano uno in Cristo, marito e moglie, e che la santità di Dio risieda nella coppia sposata davanti al Signore. Che nessuna impurità venga a sporcare il letto coniugale, né il cuore dell’uomo e della donna quando sono sposati. Manteniamo i nostri cuori puri davanti al Signore. Invochiamo senza sosta lo Spirito Santo per mostrarci il peccato e il sangue di Gesù per purificarci. 

Leggiamo in Matteo 8, nei versetti 11 e 12
«Or io vi dico, che molti verranno da levante e da ponente e sederanno a tavola con Abrahamo, con Isacco e con Giacobbe, nel regno dei cieli. Ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor di denti.»
Coloro che inizialmente erano stati scelti per essere il popolo del Signore (Gesù parlava degli Ebrei, ma i figli del Regno sono anche i Cristiani) per essere a tavola con Abrahamo, Isacco e Giacobbe, saranno gettati nelle tenebre di fuori, dove ci sono pianti e stridore di denti, perché vi è un fuoco che brucia in eterno. 
Perché i figli del regno sono stati gettati fuori? Perché hanno praticato l’iniquità e non se ne sono pentiti. 
É Gesù che parla! Le parole di Gesù hanno un autorità assoluta.

Guardate cosa dice la Parola in Matteo 10, subito dopo un passaggio in cui vediamo Gesù commuoversi per le folle stanche e disperse. Egli manda i suoi discepoli rivestiti della potenza dello Spirito Santo a parlare del Regno e a guarire i malati. 
Subito dopo, nel versetto 28 di Matteo 10, Gesù dice: 
«E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella Geenna. Non si vendono forse due passeri per un soldo? Eppure neanche uno di loro cade a terra senza il volere del Padre vostro. Ma quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri. Chiunque perciò mi riconoscerà davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, io pure lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.»

Se Gesù rinnega qualcuno, sappiamo quale sarà la sua sorte, per l’eternità: «Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Matteo 25:41). Gesù dice nel versetto 28 del capitolo 10: «Temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella Geenna.» Sta parlando di Dio. Alcuni pensano si tratti del diavolo, ma non è il diavolo, è Dio che dobbiamo temere, poiché solo Dio ha il potere di far perire l’anima e il corpo nella Geenna. 
Ovviamente è il diavolo che ci trascina in inferno, quando cediamo alla seduzione e non ci ravvediamo. Ma il diavolo non può fare nulla contro l’anima di un uomo che non commette peccato.

Dio è il giudice supremo sul trono. È Lui che manda in inferno. È Lui che soppesa! 
Solo Lui decide per le anime che un giorno saranno di fronte a Lui, davanti al grande trono bianco, ed Egli dirà: “Tu, il tuo destino è il cielo”, oppure: “Il tuo destino è l’inferno.”
Il diavolo non centra nulla in questa decisione. Il diavolo è lo strumento della perdizione, ma non è lui il giudice supremo. 
Ci viene detto che dobbiamo temere il Signore. Temere Dio vuol dire pregare dicendo “Signore, so che sei un Dio pieno di amore e di misericordia e che posso contare sul Tuo perdono, sulla Tua grazia. Quando confesso il mio peccato con tutto il cuore Tu ci sei. Se è necessario mi correggerai, ma mi tieni sempre nella Tua mano, nel Tuo amore.”

Non posso temere di essere abbandonato da Dio se tengo costantemente la mia mano nella Sua. Egli non mi abbandonerà Mai. Sarà sempre lì per fortificarmi, per soccorrermi. Ma colui che lo rinnega – Gesù lo ha appena detto – sarà rinnegato a sua volta. E lo sarà giustamente. Chi verrà rinnegato dal Signore saprà che è giusto e saprà il perché. Poiché lui stesso ha rinnegato il Signore. Aveva sentito parlare di Gesù, lo aveva accettato e poi rinnegato. La sua sorte sarà di andare nel fuoco dell’inferno. Colui che conserverà la sua vita la perderà.

In Matteo 13, nel versetto 40, Gesù parla del giudizio finale e della selezione finale, della mietitura, della fine del mondo.
«Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine di questo mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno (perché erano piantati nel regno di Dio!) tutti gli scandali e gli operatori d’iniquità, e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà pianto e stridor di denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchie da udire, oda!»

Siamo giusti solamente per grazia di Dio, per fede nella salvezza che Dio ci dona in Gesù Cristo. Solo questa giustizia è accettabile per Dio: la giustizia della fede nel nome e nel sangue di Gesù, attraverso il pentimento dei peccati che ci mostra lo Spirito Santo, e il nostro rifiuto di commetterli ancora. 
Non si tratta di pentirsi e poi di ricadere costantemente nel peccato. 
Quando mi pento devo dire: “Signore, rigetto il peccato e chiedo la Tua grazia per restarTi fedele.” Allora lo Spirito Santo mi da la Sua forza, mentre io persevero nella comunione con il Signore, nella preghiera, nella lettura della Bibbia, nella comunione fraterna, nella condivisione del pane e del vino. In questo modo vengo fortificato dallo Spirito Santo fino al ritorno del Signore, nella fedeltà, camminando con Lui. 

Ma negli ultimi giorni gli angeli faranno la selezione. Strapperanno dal Regno di Dio (cioè dalla Chiesa) tutti gli scandali e coloro che commettono l’iniquità senza essersi pentiti. Oltre al pentirsi della propria iniquità, è necessario anche entrare pienamente nella salvezza che Dio ci dona, e restare fedeli contando sulla Sua grazia.

Può capitare di cadere occasionalmente. Non dobbiamo tremare all’idea di perdere la salvezza alla prima caduta. Se abbiamo avuto una debolezza che ci ha fatti cadere, dobbiamo immediatamente contare sullo Spirito Santo per ritornare al Signore e chiedergli perdono dal profondo del nostro cuore, dicendo: “Signore, sono caduto, mi sono arrabbiato, ho fatto una cosa che non ti piace, lo so, tu mi parli nel mio cuore con il tuo Spirito. Ti chiedo di perdonarmi, padre. Perdonami! Che il sangue di Gesù mi lavi, Fortificami. Tienimi nella tua mano per andare avanti.”

Il compito di Gesù non è la perdizione, ma la Salvezza delle anime!

Quindi colui che persevera nella perdizione fino alla fine, è colui che ha rifiutato costantemente la grazia. Gesù gli ha parlato dieci, venti, cento volte, ma ogni volta ha detto: “No!”, oppure: “Beh, forse, vediamo…”, oppure: “Più tardi Signore, lasciami godere un po’ la vita… sono ancora giovane!”, oppure: “Ho ancora delle cose da fare, da costruire… vedrò più avanti!”…
Sono parole dell’inferno che il diavolo mette nei cuori per guadagnare del tempo allo scopo di perdere queste anime.

Ma il Signore è impegnato in un lavoro di Salvezza. Egli parla ai cuori delle persone per portarle al pentimento, e per farle restare fedeli. 
Ci ha dato tutti i mezzi per restare fedeli. Ha già previsto tutto nel suo amore: il sangue di Gesù, la Parola del Signore, lo Spirito Santo, il Nome di Gesù, tutta la potenza di Dio, la Sua grazia; tutto questo è a mia disposizione per permettermi di restare in piedi, attraverso la grazia del Signore. 
Quindi, solo coloro che hanno rifiutato fino alla fine, che si sono induriti, sentiranno, nel giorno del giudizio, la terribile voce dire: “Vai nel fuoco dell’inferno eterno che è stato preparato per il diavolo e i suoi angeli!”.
Sono parole terribili che risuoneranno per l’eternità nelle orecchie di quelli che le udiranno. E con urla di dolore, sapranno che è giusto, che hanno resistito ripetutamente al Signore. Egli aveva inviato loro dei profeti e i Suoi figli, che hanno testimoniato, che hanno parlato una, dieci, cento volte. E ogni volta hanno risposto: “Si, è interessante quello che dici, ma ci voglio pensare ancora un po’…” oppure: “Oh, senti, non insistere, non puoi mica convincermi. Ne parleremo poi un altra volta”.

Sono parole terribili e stolte perché il domani non ci appartiene. 
É già successo che alcuni muoiano in un incidente uscendo da una riunione dove avevano detto di no al Signore.

In Matteo 18 leggiamo la parabola del ricco e del suo malvagio servitore il quale non aveva voluto perdonare, non rimettendo il debito a quello che lo supplicava. Il Signore conclude questa parabola parlando di chi non aveva voluto perdonare il debito. 
Nel versetto 34 dice: «Il suo padrone (e anche il nostro: il Padre celeste) adiratosi, lo consegnò agli aguzzini, finché non avesse pagato tutto quanto gli doveva.» Doveva centinaia di miliardi (in valuta attuale). Non è di certo in prigione che si possono pagare, quindi è per l’eternità! «Così il mio Padre celeste farà pure a voi (parla ai suoi discepoli), se ciascuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello i suoi falli

Questo significa che Dio non avrà alcuna pietà in quel momento, il giorno del giudizio, anche verso quelli che si dicevano Cristiani. Egli ha pietà ora, ha compassione. Ma il giorno del giudizio non avrà alcuna compassione, alcuna pietà: “Sei stato avvisato centinaia di volte. Sapevi che sta scritto «Amatevi gli uni gli altri come anche io vi ho amati.» Tu che ti dici Cristiano e non hai voluto perdonare, o rimettere il debito a tuo fratello, hai mostrato durezza, lo hai costretto a pagare, lo hai fatto mettere in prigione… E cioè non hai voluto perdonare, allora: “Io ti consegnerò agli aguzzini e rimarrai lì per l’eternità”.

«Così il mio Padre celeste farà pure a voi ». Dio gli accollerà tutto il debito che era stato tolto dal sangue di Gesù. Tutto il debito dei peccati passati che il Signore misericordioso gli aveva tolto, gli verrà messo nuovamente addosso e pagherà tutto!
Sappiamo che è impossibile pagare il debito dei nostri peccati se non con il pentimento e con il sangue d Gesù. Quindi, se Dio ci rimette addosso il debito dei nostri peccati, è per l’eternità!
Non dobbiamo mai sottovalutare il fatto di non perdonare, mai! 
Deve essere una regola scritta a caratteri cubitali nei cuore di tutti i Cristiani. 

Parlo ai Cristiani: non dobbiamo Mai permetterci di non perdonare con tutto il cuore qualcuno che ci ha fatto del male, mai. 
Non dobbiamo avere la minima traccia di odio!

Diciamo: “Signore sonda il mio cuore, mostrami se ho la minima traccia di odio verso mio padre, mia madre, mio fratello, mia sorella, mio marito, mia moglie, i miei figli… insomma verso chiunque, vivo o morto. Se ho la minima traccia di odio, Signore perdonami, purificami con il sangue di Gesù, riempimi del tuo amore!”
Anche verso coloro che sono morti! Ci sono persone che odiano ancora i morti. Non dobbiamo avere la minima traccia di odio, di animosità, di amarezza.

Il Cristiano che nutre ancora dell’odio nel suo cuore, è perché non vuole rinunciarvi. E questo è terribile. Non dobbiamo trattenere la minima traccia di odio, di animosità, contro il proprio fratello, coniuge, figli, genitori… soprattutto verso quelli più vicini a noi.

In Matteo 22 Gesù parla del banchetto di nozze in cui il re manda i suoi servitori per le strade a cercare cattivi e buoni per farli entrare nella sala delle nozze. Ma prima di entrare, dovevano indossare l’abito delle nozze, un abito che era stato offerto dal re. Tutti erano là. E tra gli invitati il re vede uno che si era introdotto nel regno di Dio senza abito da nozze. Non si tratta ancora del Cielo eterno, il regno di Dio è la Chiesa di Gesù. 
Nel versetto 11: «…vi trovò un uomo che non indossava l’abito da nozze». Era qualcuno che faceva finta di appartenere alla Chiesa, ma che non si era veramente purificato. E cioè non era stato lavato dal sangue di Gesù e dalla fede. Si trovava in mezzo agli altri, nella Chiesa di Gesù, ma non era passato dalla porta del pentimento. Non aveva indossato l’abito da nozze.
«E gli disse: Amico, come sei entrato qui senza avere l’abito da nozze? Ma egli rimase con la bocca chiusa. (Non poté dire nulla) Allora il re disse ai servi: Legatelo mani e piedi, prendetelo e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà pianto e stridor di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti.»

Se riflettiamo, sono frasi terribili. Eppure pronunciate da un Gesù pieno di grazia e amore. 
Bisogna parlare di queste cose! 
Bisogna dire: non riuscirai mai ad entrare nella Chiesa di Gesù senza essere stato lavato e purificato dal sangue di Gesù! 
Non puoi permetterti di definirti Cristiano e praticare una qualunque forma di peccato! Non puoi permetterti di entrare nella Chiesa di Gesù ed avere del rancore, dell’odio verso tuo fratello o chiunque. Non hai l’abito da nozze. 
E quando il re, il Signore arriverà, dirà: “E questo qui, chi è?”

Mi fa pensare al giorno del rapimento: uno sarà preso e l’altro lasciato (Matteo 24:40-41). 
Quando il Signore arriverà, nel bel mezzo di una riunione cristiana, vedrà subito chi indossa l’abito da nozze e chi è pronto. “Tu, vieni con me!”. 
E gli altri? Resteranno qui! 
Chi resterà qui dopo il rapimento, non è detto che perda la salvezza, ma molti non sopporteranno la grande tribolazione, sarà troppo duro per loro perché non si saranno preparati, e così accetteranno il marchio della Bestia, e saranno perduti per l’eternità.

Il re gli dice: “Tu fai finta di essere Cristiano ma non lo sei. Legatelo e gettatelo nelle tenebre di fuori!”. Come vedete, Dio non ha mezze misure. Non dice: “Prendetelo gentilmente e posatelo delicatamente nelle tenebre di fuori”, ma: “Legatelo mani e piedi e gettatelo!”.
Dio può essere terribile, un fuoco divorante! Così come la compassione del Signore è immensa, meravigliosa e gloriosa, così il Suo giudizio è spaventevole, un rombo di tuono, una voce terribile che rimbomba! 
Allora non esitiamo a parlare del Signore! Non importa se veniamo presi in giro! Ci sarà chi schernisce, chi rifiuta, ma ci sarà anche chi accetterà e sarà salvato.

Vedete come la maggior parte delle parabole che ho citato, sono rivolte ai Cristiani, visto che Gesù parla ai suoi discepoli. 
Parla di servitori fedeli, di coloro che avranno ben impiegato i doni che gli sono stati dati dal Signore. 
Ricordatevi della parabola dei talenti, di colui che ne aveva solo uno e che lo nasconde. Anche lui è stato gettato nelle tenebre di fuori. Si tratta di servitori del Padrone. 
Troviamo molte più parabole che parlano del fuoco eterno indirizzate ai Cristiani, che ai pagani.

Leggiamo in Matteo 24, al versetto 45, Gesù dice: «Qual è dunque quel servo fedele e avveduto, che il suo signore ha preposto ai suoi domestici, per dar loro il cibo a suo tempo? Beato quel servo che il suo signore, quando egli tornerà, troverà facendo così. In verità io vi dico che egli lo costituirà su tutti i suoi beni.» E nel versetto 48 dice: «Ma se quel servo malvagio dice in cuor suo: “il mio signore tarda a venire (Ecco il cristiano tiepido, della chiesa di Laodicea che dice: “ sono già 2000 anni che si parla del ritorno del Signore. Sta tardando, non arriverà di certo domani”), e comincia a battere i suoi conservi, e a mangiare e bere con gli ubriaconi, il signore di quel servo verrà il giorno in cui meno se lo aspetta e nell’ora che egli non sa, e lo punirà duramente e gli riserverà la sorte degli ipocriti. Lì sarà pianto e stridor di denti.» Il Signore non ci avviserà, lo ha già fatto! Non verrà a bussare alla porta un minuto prima dicendo: “Ecco, arriverò tra un minuto, vedi di pentirti!” Egli verrà al momento in cui nessuno si aspetta. Dobbiamo essere veramente pronti, ora!

Vi rendete conto della sorte del servo malvagio? Non sarà un Gesù pieno di amore e dolcezza ad agire in quel momento, ma un Dio di giustizia, un terribile fuoco divorante che prenderà i ribelli e li farà a pezzi, consegnandoli a Satana, verranno gettati nel fuoco e nei tormenti eterni. Saranno rosi dai vermi che non bruceranno, dalle fiamme che divoreranno in permanenza le loro carni, visto che i loro corpi saranno resuscitati per andare con loro nelle fiamme. I perduti andranno nelle fiamme eterne con tutto il loro essere: spirito, anima e corpo.

Tutti resusciteranno: i giusti per la vita eterna e i perduti per la perdizione eterna! 
Andranno all’inferno con i loro corpi, e questi bruceranno senza mai conoscere la morte. Diranno: “Voglio sparire! Voglio morire!” Ma la morte non arriverà e i dolori dureranno in eterno. Saranno gettati là con il diavolo, il falso profeta e tutti i suoi demoni. Immaginate l’eternità in queste condizioni! Ci saranno pianti e stridor di denti. 
Molti diranno: “Mi pento, quanto mi pento, sono stato stolto, se avessi ascoltato quel tizio che mi parlava del Signore, se avessi dato retta a quel volantino, a quel messaggio, se avessi ascoltato la voce della mia coscienza! Signore, vieni, ora voglio pentirmi!”
Ma una voce risuonerà come un tuono dicendo: “Troppo tardi!”, e non sarà la dolce voce del Signore, ma un rombo di tuono: “É troppo tardi!”

Nel capitolo di Matteo 25, Gesù parla delle vergini stolte e delle vergini avvedute. 
Ancora una volta, le vergini rappresentano la Chiesa. Le vergini avvedute erano riempite di Spirito Santo, avevano un vaso pieno d’olio e delle scorte che le permettevano di resistere fino alla fine. Le vergini stolte avevano dell’olio, che rappresenta lo Spirito Santo, ma non ne avevano abbastanza per resistere fino alla fine. Le loro lampade si sono spente. Questo significa che non erano abbastanza riempite di Santo Spirito. Perché non avevano coltivato una stretta relazione con il Signore per chiedere di essere rinnovate in permanenza di Spirito Santo. Poiché Dio dona lo Spirito Santo in abbondanza a chi glielo chiede.

Andarono a cercare dell’olio, ma era troppo tardi. Nel versetto 10: «Ora, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo, e quelle che erano pronte entrarono con lui per le nozze; e la porta fu chiusa. Più tardi giunsero anche le altre vergini, dicendo: “Signore, signore, aprici!” Ma egli rispondendo disse: “In verità vi dico che non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora in cui il Figlio dell’uomo verrà

E subito dopo segue la parabola dei talenti al versetto 30. E colui che aveva solo un talento, non l’aveva fatto fruttare… Si tratta ancora una volta di un Cristiano, aveva confessato il nome di Gesù, a cui Dio aveva dato i talenti. Ma invece di utilizzarli e di farli fruttare, li ha sepolti. 

Se Dio ci da dei doni, è per farne approfittare altri. Non per tenerli per noi stessi! Miei cari, facciamo fruttare bene i nostri talenti! 

Nel versetto 30 Gesù dice: «E gettate questo servo inutile nelle tenebre di fuori. Lì sarà pianto e stridor di denti» 
Nel versetto 41: «Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Poiché ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, fui forestiero e non mi accoglieste, ignudo e non mi rivestiste, infermo e in prigione e non mi visitaste”…»

Ecco gli atti di bontà e amore che avrebbero potuto fare, ma che non hanno fatto e non se ne sono pentiti. Questa è la cosa più grave. Se si fossero pentiti dicendo: “Signore me ne rendo conto, perdonami! Avrei dovuto farlo, avrei dovuto dar da bere a chi aveva sete, da mangiare a chi aveva fame ed era là davanti alla mia porta. Avrei dovuto farlo, Signore, me lo avevi mostrato. Ma mi sono detto: “in fondo questo qui se lo merita. Così imparerà la lezione!” 
Invece non hanno dato nulla, credendo a volte di fare l’opera del Signore. 
E il Signore ha detto: “Non l’hai fatto, non te ne sei pentito, allora sarai gettato nelle tenebre di fuori.” Nel versetto 46: «Questi andranno nelle pene eterne, e i giusti nella vita eterna»

Mi fermo qui con il Vangelo di Matteo. Anche solo prendendo questo vangelo, vediamo chiaramente il Signore, parlare di un castigo eterno per tutti i ribelli che non hanno accettato la sua grazia e la sua salvezza. Parla di un castigo eterno per tutti quelli che facevano parte del suo popolo e che gli hanno disobbedito senza pentirsi. E questo riguarda noi direttamente.

Concluderò leggendo tre versetti da altri passaggi.
In Giovanni 15 (ancora le parole di Gesù), nel versetto 6: «Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio e si secca; poi questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e sono bruciati.»
Anche qui parla a dei Cristiani. E dice: “Se non dimori in me, aggrappato a me e alla mia Parola, per camminare secondo lo Spirito, se non dimori in me, non produrrai frutto nella tua vita…” E allora il vignaiolo taglierà il tralcio che non da frutto e seccherà. Poi dove verrà gettato?
Nel fuoco! Un altra immagine del fuoco eterno «Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto

Ancora la grazia del Signore, in parallelo con la sua giustizia, la sua santità e il suo giudizio. Sempre!
I due aspetti, la grazia e il giudizio, non possono essere separati.
Ritorno sempre su questo punto: non bisogna mai predicare solo la grazia o predicare solo l’inferno, non è il vangelo del Signore. 
Bisogna predicare sia la grazia e la giustizia di Dio in Gesù, sia il giudizio e l’inferno per coloro che rifiutano la grazia. Sono indivisibili. Bisogna predicare tutto il vangelo. Non si deve lasciare da parte l’aspetto del giudizio, altrimenti i peccatori induriti non avranno il timore del Signore, si immagineranno di poter vivere eternamente con Satana divertendosi. Ma non è così.

In 1 Giovanni capitolo 2, al versetto 9, Giovanni dice: «Chi dice di essere nella luce e odia il proprio fratello, è ancora nelle tenebre.»
Sappiamo che le tenebre sono il regno di Satana, il principe delle tenebre, il suo dominio. 
Quindi, se qualcuno ha ancora dell’odio nel cuore, appartiene a Satana. Si trova nelle tenebre «Chi ama il proprio fratello dimora nella luce e non vi è niente in lui che lo faccia cadere. Ma chi odia il proprio fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va»

Dio sa dove va
E noi sappiamo dove va: direttamente nel fuoco eterno!

Chi cammina in permanenza nelle tenebre può solo cadere nell’Abisso eterno, dove si trova il principe delle tenebre, poiché conserva dell’odio contro suo fratello. 
Carissimi, non si può avere un cuore pieno d’amore verso il 99% dei nostri fratelli e avere dell’odio anche solo per uno! 
Se hai dell’odio nel cuore solo per un fratello, sei interamente nelle tenebre! Interamente! 
Non puoi dire: “Sono pieno d’amore per te, fratello mio!” quando in realtà nutri nel tuo cuore dell’odio per una persona. Se proviamo dell’odio per una sola persona, siamo interamente nelle tenebre. E la nostra sorte saranno le tenebre eterne!

v. 12: «Figlioletti, vi scrivo perché i vostri peccati vi sono perdonati per mezzo del suo nome.» Giovanni dice nel capitolo 1, versetto 9: «Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità (con il sangue di Gesù).» 
Quindi quelli che non sono purificati dal sangue di Gesù, sono coloro che vogliono rimanere nelle tenebre. E lo Spirito Santo parla loro dicendo: “Hai ancora dell’odio nel tuo cuore!”
Alcuni mi dicono: “Oh, ma non è dell’odio, giusto un po’ di animosità, un pochino di rabbia, di amarezza!”
Ma io dico: “É dell’odio! Chiamalo con il suo vero nome!” 
Perché l’Amore non si irrita, l’amore scusa ogni cosa, l’amore non tiene conto del male, l’amore non perde la pazienza (1 Corinzi 13); 
quindi se ti irriti, se perdi la pazienza, si tratta di odio! 
Questo non vuol dire che sei automaticamente perduto per l’eternità, ma che devi pentirtene e dire: “Signore, lo confesso! Che il tuo sangue me ne lavi adesso, te ne prego!”. 
E se sento ancora una radice di odio venire fuori, chiedo immediatamente perdono al Signore e chiedo di essere riempito del Suo Amore. Ne faccio un soggetto di intercessione personale. 
Se senti di avere ancora delle reazioni di odio verso qualcuno, chiunque sia, confessale immediatamente e chiedi di essere riempito dell’Amore del Signore. 
Lo devi confessare immediatamente perché è un peccato! E il sangue di Gesù ti purifica.

In greco è scritto che: il sangue di Gesù ci purifica in permanenza (viene usata una forma verbale che si chiama “presente permanente”). 
Questo significa che se resto in permanenza in uno spirito di pentimento – “Signore, non va bene, sento ancora nel mio cuore delle reazioni di amarezza, di odio, di violenza contro questa persona o quel fratello. Signore tu lo sai!” – sono in grado di rendermene conto immediatamente quando accade e allora posso dire, in permanenza, al Signore: ”Perdonami! Ti prego cambiami! So che ho peccato.” Ecco cosa significa essere in uno spirito di pentimento.
Di certo non dirò: “Signore scusa ma ne riparliamo più tardi! Mi fa bene sfogarmi ogni tanto!” 
Quando sento un Cristiano dire cose simili, gli dico: “Tu non ti rendi conto che stai rischiando di perdere la tua salvezza eterna!” 
Sento dei Cristiani dire: “Oh, ma mi fa bene arrabbiarmi ogni tanto, sfogare la mia collera su questa persona, me ne ha fatte subire troppe! … poi mi sento meglio!”

Non ti rendi conto che se Gesù arrivasse in questo momento, non saresti preso? 
Non partiresti perché ti sei lasciato andare ad una reazione di odio. É una cosa molto seria! 
Non bisognerebbe mai sottovalutare pensieri di questo tipo. 
Devo comprenderlo e pentirmi, chiedere perdono al Signore, per essere lavato con il suo sangue. Magari passare un ora con il Signore a parlare in lingua, a lodarlo, a benedirlo, ad essere riempito dallo Spirito Santo, a leggere la sua Parola, ad essere riempito della Sua presenza, finché quel sentimento sia completamente partito!

E Dio, nella sua fedeltà, mi riempirà, perché vuole benedirmi!

Infine leggerò in Apocalisse 20, versetto 15: «E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco» 
Chi sono quelli scritti nel libro della vita?
Solamente coloro che si sono pentiti dei loro peccati, che hanno chiesto perdono a Dio, che hanno riconosciuto Gesù come loro Salvatore e Signore, che sono stati lavati dal sangue di Gesù e che hanno ricevuto veramente la grazia del Signore. 

Questo è possibile per tutti gli uomini, poiché lo Spirito Santo è stato diffuso sulla terra intera. 

A chi dice: “E quelli che sono in Nuova Caledonia che non hanno mai sentito parlare di Gesù, come fanno?” 
Io rispondo: “Dio è un giusto giudice. Se hanno visto l’eternità nella creazione e vogliono con tutto il cuore conoscere il creatore, Dio rivelerà Suo Figlio anche a loro, in un modo o in un altro. Questo riguarda il Signore! 
Ma tu, cosa ne fai della grazia di Dio? Cosa stai facendo, tu, che hai sentito parlare della grazia di Dio? Come reagisci, TU, alla grazia e alla salvezza che ti sono state annunciate? Le accetti nel tuo cuore?”

Se non hai mai accettato Gesù come Salvatore e Signore, lo Spirito Santo ti mostrerà che sei un peccatore, perché è il Suo lavoro. Ti mostrerà i tuoi peccati. 
Che tu sia “Cristiano” o pagano, lo Spirito Santo ti mostrerà il tuo peccato, e – se tu vuoi accettarlo– ti spingerà ai piedi di Gesù per chiedergli perdono. 
Là il sangue di Gesù ti laverà, riceverai la nuova nascita, la vita e il perdono. 
Allora diventi un candidato per la Gerusalemme Celeste. Alleluia!

Nel capitolo 21, Giovanni parla della Gerusalemme Celeste e della gloria riservata ai figli di Dio. Dice nel versetto 7:
«Chi vince erediterà tutte le cose.» Poco prima ha detto: «A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita.» 
Gratuitamente!

Hai sete della giustizia, di Dio, della sua salvezza, del suo perdono? Del cielo, della gloria che ti aspetta? Hai sete di questo?
Dio ti dona tutto gratuitamente:
lo Spirito Santo che ti dona la fede; Gesù che dona la salvezza; tutto il necessario!

«Ma per i codardi, gl'increduli, gl'immondi, gli omicidi, i fornicatori (è un termine generico per indicare le prostitute, gli omosessuali, tutti quelli che praticano la fornicazione, le impurità sessuali, e non si sono pentiti di tali cose), i maghi (chi pratica una qualunque forma di occultismo, veggenza, astrologia…), gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda

Quanti pastori che attingevano dalla cassa, che rubavano, che mentivano e che non si sono mai pentiti, si trovano ora nel lago di fuoco o in inferno!
Hanno predicato la Parola, hanno portato tante anime al Signore, ma non si sono mai pentiti dell’adulterio, dei furti, delle menzogne. Lo Spirito Santo li metteva davanti ai loro occhi dicendo: “Pentiti! La grazia di Dio è per te!” Ma hanno pensato: “Cosa diranno gli altri se confesso pubblicamente, cosa penseranno di me e del mio ministero?” Il loro ministero li ha portati in inferno, quando invece avrebbero dovuto chiedere perdono al Signore!

Preghiamo:

“Signore, ti supplico di darmi e di rinnovare in permanenza il tuo Amore verso le anime perdute, 
Signore, che possa non mancare mai le opportunità che mi darai per parlare di te. Troppo spesso mi sono lasciato sfuggire delle occasioni. Questa sera, voglio nuovamente umiliarmi davanti a te, chiederti di riempirmi di franchezza, di forza, dell’unzione e della vita del tuo Spirito, per parlare a quelli che si perdono la conoscenza della tua grande salvezza, del tuo amore, dell’opera meravigliosa della croce e di Gesù. E anche per parlare, a coloro che si induriscono, del tuo terribile castigo eterno.
Signore ti supplico, che il tuo Sangue ci purifichi, che il tuo Spirito ci riempia. Che costantemente possiamo prostrarci davanti a te, riempiti del tuo Spirito, lavorando nel tuo campo, aspettando il tuo ritorno e operando per la salvezza delle anime e per il perfezionamento dei santi.
Signore, ti prego per me, per i tuoi amati figli, che tu possa visitarci e rinnovarci, che tu possa rinnovare il nostro ardore e il nostro zelo per te. E che tu faccia di noi delle fiamme del tuo fuoco celeste, per diffondere la tua Parola, per parlare ai peccatori e ai tuoi figli che si sono sviati e che ti hanno rinnegato o dimenticato. 
Signore aiutaci e guidaci in Verità!
Rinnovaci questa sera con la tua unzione e tienici stretti nella tua mano.
Preservami Signore, fai sempre la luce nel mio cuore. Dammi sempre lo Spirito di Gesù Cristo, uno spirito umile e santo, piccolo davanti a te, uno spirito di obbedienza nel mio Padre celeste.
Signore te lo chiedo con tutto il cuore, e ti chiedo la benedizione su ognuno di noi  la tua benedizione su tutti quelli che ci circondano e che non ti conoscono.
Ti ringrazio mio Dio, nel nome di Gesù, Amen!”



Articolo di Henri Viaud-Murat (Per il Perfezionamento dei Santi)

Fonte originale: Source de vie.com


















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