giovedì 1 dicembre 2016

TUTTO QUELLO CHE GESÙ HA COMPIUTO SULLA CROCE PER NOI

Insegnamento di Henri Viaud-Murat

"Il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio". (1 Co. 1:18)



Questa sera vorrei parlarvi, con la grazia di Dio, di tutto quello che Gesù ha compiuto sulla Croce per noi. 
È una cosa così profonda, così importante, che ho bisogno di tutta la grazia del Signore per potervelo spiegare e voi avete bisogno della grazia del Signore per poterlo ascoltare.

Ci sono delle cose che conosciamo bene, altre di meno.

Sia che siamo al Signore oppure no, abbiamo bisogno di sapere e comprendere quello che ha fatto per noi.

Quando non siamo al Signore, quando non Gli abbiamo dato la nostra vita, abbiamo assolutamente bisogno di sapere quello che Gesù ha fatto sulla Croce per poter accedere alla Sua salvezza.

Ma, una volta che lo abbiamo fatto, abbiamo assolutamente bisogno di progredire nella conoscenza di quello che ha compiuto sulla Croce, per poter avanzare con Lui fino in fondo, soprattutto in questi tempi in cui sappiamo che ritornerà molto presto per prendere quelli che Gli appartengono.

Questa sera vi parlerò in modo più approfondito, delle 4 cose che il Signore ha compiuto sulla Croce. 
Sono cose che ha compiuto 2000 anni fa, sono state fatte una volta per tutte. 
E, una volta compiute, Egli le ha messe a disposizione di tutti quelli che vogliono accettarle, quindi anche per noi oggi. 
Quello che ha compiuto 2000 anni fa è tuttora valido per noi oggi!


• La 1° cosa che ha compiuto sulla Croce, quando è morto, è l’espiazione dei nostri peccati attraverso il Suo sangue
Per tutte queste cose abbiamo bisogno della rivelazione interiore dello Spirito Santo, perché io posso parlarvene, le vostre orecchie ascoltarle, ma è necessario che non restino soltanto al livello di comprensione del cervello. Bisogna che entrino nel cuore e per questo, è necessario aprirlo a tutta l’azione dello Spirito Santo.

Gesù Cristo ha versato tutto il Suo sangue per pagare e cancellare tutti i nostri peccati. 
È la cosa più meravigliosa del mondo, perché questo ci spalanca la porta stretta della salvezza.
Il sangue che ha versato sulla Croce ha il potere di cancellare tutti i peccati, nella vita di coloro che credono. Cancella tutto. Ha pagato con il suo sangue per noi.

• Ecco la 2° cosa che Dio il Padre ha compiuto in Gesù sulla Croce per noi.
Nel momento in cui Gesù è morto, Dio il Padre ha posto tutti quelli che avrebbero creduto, in Gesù, in anticipo, per morire con lui sulla Croce.
Questo è un po’ più complicato da comprendere. Anche qui abbiamo bisogno dell’assistenza dello Spirito Santo, perché quando ci spiegano che Gesù è morto 2000 anni fa, che ha versato il suo sangue, che il suo sangue cancella tutti i peccati, possiamo accettarlo abbastanza facilmente.
Ma pensare che Dio ha posto, in Gesù Cristo, 2000 anni fa, per morire con Lui, tutti quelli che avrebbero creduto in Lui, è un po’ più complicato, e lo Spirito Santo deve spiegarcelo nel nostro cuore.

Quando Gesù è morto, lo ha fatto in un corpo in carne ed ossa, ma non ha mai commesso dei peccati. 
Egli è morto perché era necessario che versasse il suo sangue per lavare i nostri peccati, e anche per risolvere, con la sua morte, il problema della nostra natura di peccato.

Quando Adamo ed Eva hanno disobbedito, il peccato è entrato nella vita dell’uomo e della donna, e tutti i loro discendenti sono stati posti in schiavitù e sotto la maledizione del peccato. 
La nostra natura umana - spirito, anima e corpo - è completamente sotto la schiavitù del peccato. 
Se non conosciamo Gesù come nostro salvatore,non ci è possibile resistere al peccato. Si tratta di una potenza che ci domina e che ci rende completamente schiavi. 
La volontà non può fare nulla contro di essa.

Quindi, cancellare tutti i peccati passati, non bastava; era necessario risolvere il problema della natura del peccato all’origine.
Se Dio cancella i nostri peccati e se la nostra natura ci spinge costantemente a peccare, il sangue di Gesù può certamente ognivolta cancellarli, ma è necessario andare più in profondità risalendo alla causa.
Era necessario che fosse la natura stessa del peccato a morire in Gesù Cristo. 
Per questo è morto per noi nella carne, affinché, quando è morto, fosse uccisa in lui la natura carnale di tutti quelli che avrebbero creduto in lui. 

É davvero fantastico! Questo ci libera dalla schiavitù del peccato!

• La 3° cosa che Egli ha fatto: non è rimasto nel sepolcro. 
Tre giorni dopo è resuscitato grazie alla potenza di Dio che non ha voluto lasciarlo nella tomba, poiché non è morto per i suoi peccati, ma per i nostri.
Non doveva conoscere la corruzione. Ma era destinato, nel piano di Dio, a resuscitare, a rinascere ad una nuova vita. 
Quindi il Suo corpo, il terzo giorno, è uscito dalla tomba, resuscitato.

Oggi, mentre parliamo, Gesù non è solo una dottrina di 2000 anni fa o il fondatore di una religione morto e sepolto come tutti gli altri fondatori di tutte le religioni.

Gesù è resuscitato ed è diventato il capo, la testa, di un nuovo corpo che è la sua Chiesa!

Questa Chiesa è composta da tutti quelli che credono in Lui ed è nella VITA di Gesù che noi siamo nati di nuovo, resuscitati con Lui quando Egli è resuscitato.

Quindi questa terza cosa è molto importante, poiché non basta morire alla nostra vecchia natura carnale e restare in questa morte. Sarebbe una cosa passiva e negativa. 
Gesù vuole farci partecipare ad una vita interamente nuova, attraverso la Sua resurrezione. 
Una vita che non ha più nulla da spartire con la vita passata: una vita di risurrezione che Egli pianta in noi, nel momento in cui accettiamo Gesù come Signore e Salvatore, nel momento in cui gli chiediamo perdono per tutti i nostri peccati. 

Quando ci rendiamo conto della nostra condizione e chiediamo perdono per i nostri peccati, Egli compie queste 3 cose in un colpo solo:
1- Cancella con il suo sangue tutti i nostri peccati;
2- Fa morire completamente la nostra vecchia natura, poiché morta in Lui 2000 anni fa;
3- Ci fa rinascere ad una nuova vita attraverso il suo Spirito che penetra in noi, nel momento in cui apriamo il nostro cuore per chiedere a Gesù di entrarvi, quando chiediamo perdono per i nostri peccati. 
Egli crea in noi uno spirito interamente nuovo, che non ha più nulla a che vedere con la vecchia natura oramai morta; e mette questo spirito in noi, nel nostro corpo attuale, che diventa da quel momento il tempio del Suo Spirito.

Nel momento in cui Egli è resuscitato, sono nati di nuovo – in Lui, in anticipo – tutti quelli che avrebbero creduto in lui, e quindi anche noi oggi, che abbiamo creduto in lui.
Non dobbiamo dimenticare che “In Gesù Cristo tutte le cose vecchie sono passate; tutte le cose sono diventate nuove”.
In Lui, ci ha dato una nuova vita, una nuova natura.

Ora, il problema è che Egli ha posto questa nuova natura in un corpo non ancora resuscitato. 
Lo sarà solo quando Gesù ritornerà a cercare quelli che lo aspettano. In quel momento, si compierà l’ultima tappa della salvezza. Egli trasformerà il nostro corpo mortale in un corpo immortale; gli darà una vita di risurrezione.

Ma, aspettando quel momento, Egli vuole che questa nuova natura che mette in noi, assieme al Suo Spirito, si manifesti pienamente in tutti gli aspetti nella nostra vita mentre viviamo in questa carne mortale.
• E questa è la 4° cosa che Egli ha compiuto per noi sulla Croce. 
Dopo che abbiamo compreso e ricevuto per fede le prime tre cose, già compiute 2000 anni fa, il Signore inizia a lavorare con il Suo Spirito in noi, per manifestare la Vita di risurrezione in tutti gli aspetti della nostra vita.
Gesù lo ha già compiuto per noi in anticipo, perché Egli è la nostra vita e perché Egli vive in noi.
Nel momento in cui lo accettiamo come Signore e Salvatore, Egli comincia in noi un opera che terminerà solamente il giorno in cui ritornerà per il rapimento, oppure il giorno in cui moriremo, ossia un opera di manifestazione della vita di risurrezione nella nostra vita di tutti i giorni.

Questa nuova natura (la 3° cosa compiuta) ci è stata data in Cristo una volta per tutte (ma è latente, nascosta, esiste solo a livello del nostro spirito).
Invece il 4° punto significa che, giorno dopo giorno, lo Spirito di Dio, il Signore che abita in noi, lavora con la Sua potenza per trasformarci secondo il modello che Egli è. 
E per far questo, chiede a noi di portare la nostra croce tutti i giorni.
Lui ha portato la Sua e noi siamo stati incorporati nella Sua morte e nella Sua risurrezione.
Però per quanto riguarda l’opera di manifestazione della Sua natura divina in noi, è necessario che la nostra carne, anche se è stata crocifissa 2000 anni fa, sia messa a morte tutti i giorni, in ogni suo aspetto, poiché la natura divina in noi non si manifesta istantaneamente.

Voglio spiegarvelo di nuovo, perché è una cosa delicata da comprendere.

2000 anni fa, Gesù Cristo ha compiuto tutto.
In Lui noi siamo già spiritualmente perfetti.
In Lui, siamo una nuova creatura, siamo nati ad una nuova vita.
In Lui, Dio ci vede già perfetti.


Ma il Signore non vuole che quello che abbiamo in Lui rimanga solo al livello del nostro spirito.
Per Lui conta che lo manifestiamo concretamente nella vita di tutti i giorni, visto che non avviene integralmente e istantaneamente il giorno della nostra conversione. 
In quel giorno, riceviamo personalmente attraverso lo Spirito, tutto quello che Gesù ha compiuto per noi. Si trova già completamente e in anticipo, nel nostro nuovo spirito. 
E da quel momento in poi, il Signore – con il Suo potere e con la nostra fede che Egli sviluppa in noi – inizia un opera di messa a morte effettiva, concreta, nella nostra vita di tutti i giorni, di tutto ciò che non è spirituale, per manifestare tutto quello che invece lo è.
É Lui che compie questo in noi. Non siamo in grado di farlo malgrado i nostri sforzi personali. 

Questa manifestazione graduale, Egli l’ha compiuta 2000 anni fa. L’ha acquistata per noi. Ed è Lui che lo farà in noi, a condizione che restiamo attaccati a Lui e che crediamo nella Sua Parola. 
Proprio come l’immagine della vite. 
Sapete come si è formato il grappolo. Il tralcio era attaccato alla vite e non ha fatto alcuno sforzo personale per produrre i frutti. Gli è bastato restare attaccato alla vite, e la sua vita, che è nella vite, si è pian piano manifestata facendo crescere il frutto fino al momento in cui viene raccolto. 
Non è stata opera del tralcio. Il solo lavoro che ha fatto, se così possiamo chiamarlo, è stato di restare aggrappato alla vite. 
E se c’è anche una più piccola ferita, bisogna che sia riparata, affinché la linfa possa scorrere correttamente e affinché, giorno dopo giorno, si formi il frutto. 
É la vita della vite che permette al frutto di formarsi.
Quando il vignaiolo vede i primi fiori sul tralcio, sa già che, se le condizioni rimangono buone, la raccolta seguirà il suo corso. Egli controllerà semplicemente che le condizioni siano ben rispettate (protezione, lotta contro le malattie) e che il tralcio resti attaccato alla vite.

É un immagine spirituale di quello che lo Spirito santo opera in noi, a condizione che rimaniamo attaccati a Gesù. 

É meraviglioso, perché quando i nostri occhi si aprono a quello che Egli ha fatto, lo Spirito Santo vuole farci comprendere che la vita con Gesù non è una religione nella quale si entra dicendo: “Ora sei diventato cristiano, e da questo momento devi partecipare alle riunioni, devi seguire certi comandamenti, non devi più fare certe cose…”. Non è affatto così. Questo è il metodo delle religioni del mondo.  
Ma con il Signore Gesù riceviamo una vita, riceviamo un cambio di natura dall’interno, una trasformazione che lo Spirito Santo opera nei nostri cuori. 
É lui che ci rende capaci, in quel preciso momento, di obbedire alle esigenze del Signore e di manifestare la Sua gloria.
Ricevere Gesù significa ricevere la Sua vita, non è una religione. 
É la Sua vita che opera in noi, che ci cambia, che ci da la gioia, la pace e tutte le benedizioni del cielo.


• Ritorniamo al 1° punto leggendo in Romani capitolo 3, dal versetto 9: “Che dunque? Abbiamo noi qualche superiorità? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che tanto Giudei che Greci…” Ai tempi di Paolo c’erano solo due categorie di persone: gli Ebrei, che avevano la Parola di Dio, e gli altri, i pagani, chiamati i Greci. Continuiamo: “… sono tutti sotto peccato…”, e cioè sono schiavi del peccato. “Come sta scritto: «Non c'è alcun giusto, neppure uno. Non c'è alcuno che abbia intendimento, non c'è alcuno che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c'è alcuno che faccia il bene, neppure uno.”

Quando ci guardiamo gli uni gli altri con gli occhi di Dio, non possiamo dire “Tu sei migliore di me o io lo sono di te”. Agli occhi di Dio siamo tutti completamente deviati a causa del peccato che abbiamo ereditato dai nostri antenati.
Potreste dire: “Va bene, ma non è colpa mia”. 
D’accordo, all’inizio non è colpa tua. Ma poi diventa colpa tua quando rifiuti Gesù. 
Poiché quando rifiuto Gesù, non ho più la possibilità di uscire dalla condizione che ho ereditato. 
Invece Lui mi da il mezzo per uscirne, come dono gratuito.
Gesù mi dice: “É necessario che ti renda conto che sei schiavo del peccato, sotto il dominio del peccato”. 
Questo significa completamente schiavo. Non c’è modo di evitare il peccato. Solo gli ipocriti pretendono di poter cambiare, o i religiosi che lo mostrano in apparenza, ma il cui cuore non è cambiato.

Invece Dio, che legge i cuori, ci vede tutti allo stesso piano e cioè corrotti dal peccato. 
Egli ci ama e non vuole lasciarci in questa situazione. Per questo ci ha inviato Gesù.

E leggiamo più avanti nel versetto 23: “Poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. 
Il peccato ci separa da Dio; il peccato ci impedisce di comprendere e di vedere Dio. 
E Dio che ci ama vuole ristabilire il contatto tra lui e noi, per questo dice: “…ma sono gratuitamente giustificati” significa resi giusti, perdonati, lavati,  “…per la sua grazia”. 
Dio ci grazia, come un Presidente della Repubblica grazia un condannato a morte. 
Egli ci da la grazia perché un altro è morto per noi. “…mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Lui ha Dio preordinato per far l'espiazione mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare così la sua giustizia…” 
Mediante la fede nel suo sangue” significa per quelli che avranno la fede nel suo sangue, cioè quelli che credono in quello che Gesù ha fatto.

La FEDE ci è data quando ascoltiamo la Parola di Dio. 
Questa Parola ci dice che:

siamo tutti dei peccatori. Il peccato ci conduce alla morte e all’inferno. Ma Dio che ci ha amati di un amore eterno, non ha voluto questo per noi. Così ha inviato Gesù in un corpo senza peccato per morire su una croce, per portare su quella croce il castigo che era riservato a noi a causa del nostro peccato. Egli ha versato il suo sangue e questo sangue ci rende giusti davanti a Dio, quando ci crediamo.


Quando ascoltiamo questo messaggio, immediatamente lo Spirito Santo porta, nel nostro cuore, la convinzione che è la Verità, che noi siamo veramente peccatori davanti a Dio, ma che Dio, poiché ci ama, non vuole lasciarci in questa situazione. Egli ha inviato suo Figlio che è morto sulla croce per noi. 
Pagando per noi, Gesù ha soddisfatto la giustizia di Dio, che voleva la condanna per il peccato. Ed essendo condannato Lui al posto nostro versando il suo sangue, Egli ci permette, se crediamo in lui, di beneficiare della salvezza che ci offre per grazia.

Quando qualcuno muore al posto di un altro, quest’altro non deve più morire, non è più tenuto a pagare la condanna. Deve semplicemente accettare quello che un altro ha compiuto al suo posto, per ricevere la liberazione.
E noi dobbiamo riceverlo per fede. Non è con le nostre opere che entreremo in cielo.
Poiché  Dio è buono, vuole che tutti gli uomini siano salvati. Per questo ci dona il messaggio del Vangelo: Gesù è morto per te, ha versato il suo sangue, quel sangue ha il potere di lavarti da tutti i peccati e renderti giusto davanti a Dio.Così la Sua giustizia è soddisfatta. 

Passiamo al secondo punto, in Romani 6:3, l’apostolo parla a quelli che hanno accettato Gesù come loro Salvatore, ai cristiani.
E dice loro: “Dopo aver compreso che il sangue di Gesù ha cancellato i vostri peccati, siete chiamati a comprendere una cosa un po’ più profonda”.
“Ignorate voi…” (sembra che alcuni non lo sapessero) “…che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo…” (battezzati significa immersi),”… siamo stati battezzati nella sua morte?
Vuol dire che quando Gesù Cristo è morto, voi siete stati immersi nella sua morte, e quello che è stato immerso nella Sua morte è tutta la vostra vecchia natura di peccato. Vi è stata inghiottita dentro. Nell’attimo in cui Egli è morto, voi siete morti con Lui.
Non morti nel senso che andrete a finire all’inferno; al contrario, è la Sua morte che ci libera dall’inferno. Egli ci libera dalla potenza della vecchia natura, condannata all’inferno, che è stata inghiottita nella morte di Gesù.

Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita. Poiché, se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione, sapendo questo:  il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato”.

Questo è importante, poiché secondo il piano di Dio, sapere solamente che il sangue di Gesù ci ha lavati dai nostri peccati non basta. É sufficiente per darci la salvezza, ma non basta per risolvere il problema della nostra vecchia natura di peccato. Egli vuole che sappiamo che la nostra vecchia natura carnale, che ci spingeva costantemente a peccare, è stata crocifissa con Lui, affinché il corpo del peccato sia distrutto. Questo corpo che era schiavo del peccato, è ora distrutto.

Paolo fa l’esempio di un uomo che è schiavo di un altro, il quale è quindi suo padrone. 
“Non sapete che dandovi a qualcuno come schiavo per obbedirgli, diventate schiavi di colui al quale obbedite, sia al peccato che conduce alla morte, sia all’obbedienza che conduce alla giustizia?”
Il peccato è paragonato ad un padrone e noi eravamo suoi schiavi. Il peccato regnava nelle nostre membra e noi eravamo suoi schiavi. 
Per essere liberati dalla schiavitù, in teoria ci sono due soluzioni: fuggire o morire. 
Ma non si può fuggire quando si è schiavi del peccato, poiché il peccato abita in noi.

Quindi, l’unica soluzione è di passare dalla morte e di comprendere e credere che, quando Gesù è morto, la nostra vecchia natura di peccato che ci schiavizzava è morta con Lui, affinché fossimo liberi dal peccato.
Lo dice nel versetto 7: “Infatti colui che è morto è libero dal peccato.” (Ro. 6:7)

Il padrone che si chiama peccato è ancora vivo, ma lo schiavo è morto in Cristo. Quindi il padrone non ha più potere su questo schiavo poiché lo schiavo è morto. Il peccato abita ancora nel corpo, ma lo schiavo è morto.
Non si può più avere autorità su qualcuno che è morto.

Però non finisce qui. 
Dice nel versetto 8: “Ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo pure che vivremo con lui, sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più alcun potere su di lui.” (Ro. 6:8-9)
Egli è resuscitato. Oggi è vivo. Ha ricevuto un corpo di gloria. Si trova alla destra del Padre in cielo, aspettando di ritornare a prendere la Chiesa per portarla con Lui, per evitarle l’apocalisse che viene su questa terra ribelle. 
Ed Egli vive nei nostri cuori attraverso il Suo Spirito. “Perché, in quanto egli è morto, è morto al peccato una volta per sempre; ma in quanto egli vive, vive a Dio” (v10).

Mentre ascoltate o state leggendo, prego nel mio cuore che questa rivelazione entri veramente nel più profondo del cuore di voi tutti.
Tutto questo è stato compiuto da Gesù. 
É una realtà. 
La morte in Lui e la risurrezione in Lui sono perfettamente compiute e disponibili adesso, per chi crede.
Il nostro Padre celeste è pronto a darci questa rivelazione nella profondità del nostro cuore, se noi lo desideriamo. Non ci forzerà mai. Semplicemente risponderà al nostro desiderio. 
Allora, desideri ricevere questa rivelazione sul peccato, sulla morte verso cui ci conduce il peccato, ma anche sulla salvezza in Gesù, sul perdono dei peccati attraverso il sangue di Gesù, sulla morte della nostra vecchia natura in Gesù e sulla nostra risurrezione ad una nuova vita?
Ce la può dare immediatamente, se lo desideriamo!

• Eccoci al 3° punto. Per quanto riguarda la nascita ad una nuova vita, il Signore inizia a rivelarcelo attraverso il suo Spirito. 
Egli ci dice: “Il tuo problema della vecchia natura è risolto. Ora sei una nuova creatura in spirito e in Cristo”.
Posso ricevere questa rivelazione nel mio cuore, essere riempito di gioia e dire: “É compiuto Signore, in te. Sei tu che mi hai dato questa vita e ora, che so di essere una nuova creatura in te, vivrò interamente per te, mi consacrerò a te.”
Se siamo sinceri, iniziamo in questo modo la nostra vita cristiana. All’inizio facciamo tutti questa esperienza. 

E all’inizio facciamo tutti anche lo stesso errore.
Quando riceviamo questa rivelazione, siamo così pieni di riconoscenza verso il Signore, e siamo così rattristati nel vedere intorno a noi così tante persone che non hanno una tale rivelazione, e vorremmo così tanto poterla condividere, fare tante cose per farla conoscere agli altri… che iniziamo a lanciarci in ogni tipo di opera per il Signore.
La voglia di testimoniare ci porta spesso a fare il nostro primo errore. 
Siccome la nuova natura santa che ci è stata data, non è ancora manifestata pienamente in noi, commettiamo l’errore di voler fare noi delle cose per Lui, 
perché impariamo la sua Parola, le sue esigenze, i suoi comandamenti.

Ad esempio, Gesù ci dice: “Amatevi gli uni gli altri”. 
Riceviamo questo comandamento e cominciamo a sforzarci di amare gli altri perché Gesù ce lo ordina. 
E ci rendiamo presto conto che non sempre funziona. 
Quando ci sforziamo di fare qualcosa, vediamo riapparire la natura di peccato, eppure abbiamo avuto la rivelazione che è morta in Lui. 
Abbiamo tutti fatto questa esperienza. 
Prima o poi facciamo un passo falso, vacilliamo, ci arrabbiamo, abbiamo una reazione ingiusta, di impazienza, di cattiveria… e diciamo al Signore “Non dovrei comportarmi così, ti chiedo perdono”.
Il Signore ci perdona, ci armiamo di buona volontà e diciamo: “Signore, ora basta. Non lo farò più, perché conosco la tua Parola, so che mi chiedi di amare i miei fratelli e le mie sorelle. Se qualcuno mi parlerà o mi tratterà male, stai pur certo che non mi arrabbierò più. Voglio manifestare il tuo amore e così sarà.”

E poi, dopo mezzora, o il giorno dopo, capita nuovamente. 
Riusciamo a non arrabbiarci la prima volta. Ma alla settima volta che la stessa persona ci fa la stessa cosa, nella stessa giornata, allora saltiamo. Vediamo sorgere nuovamente la natura carnale e ne siamo frustrati, perché sappiamo che siamo in torto, essendo onesti verso il Signore.
Questa è l’esperienza di cui Paolo parla in Romani 7.

Esiste un secondo grado di liberazione: 

inizialmente, per fede, realizzo che Egli mi ha dato una nuova natura, ma poi mi da una rivelazione più grande. 
Ignorate, fratelli (perché parlo a persone che hanno conoscenza della legge),” parla della legge di Dio, “… che la legge ha potere sull'uomo per tutto il tempo che egli vive? Infatti una donna sposata è per legge legata al marito finché egli vive, ma se il marito muore, ella è sciolta dalla legge del marito.
Questa è la legge di Dio. 

Qui Paolo utilizza l’immagine dell’associazione marito - moglie, per mostrarci in che modo il Signore voglia liberarci da tutta la legge, così come la intende Lui.
(Il marito rappresenta la legge di Dio, la moglie rappresenta ognuno di noi, prima di accogliere Gesù Cristo.)

Nel versetto 3: “Perciò, se mentre vive il marito ella diventa moglie di un altro uomo, sarà chiamata adultera; ma quando il marito muore, ella è liberata da quella legge, per cui non è considerata adultera se diventa moglie di un altro uomo.
Prende come esempio un uomo e una donna che sono sposati per la vita, 
Il marito è molto esigente. La legge di Dio è molto esigente, poiché è perfetta. 
La moglie, sposata a quel marito, è legata a lui finché entrambi saranno in vita. Lei non può essere liberata dalla legge – da questo marito esigente – che le da ordini tutto il tempo. Ma non può dire nulla, perché egli è perfetto. Non si può trovare nulla di sbagliato nella legge di Dio. Essa è perfetta. 
Così ci troviamo con un sentimento di condanna permanete, perché vorremmo fare il bene ma non ci riusciamo. E quella donna è infelice. 
Solitamente, se il marito muore, la moglie è libera. Ma nel nostro caso, è la moglie che deve morire per essere liberata: 
“… Così dunque, fratelli miei, anche voi siete morti alla legge mediante il corpo di Cristo per appartenere ad un altro, che è risuscitato dai morti”.

Prima eravamo sposati alla legge e il solo modo di esserne liberati, è di morire in Cristo. 

Questo significa che per poter camminare nella vita di resurrezione che il Signore ci dona, Egli mi fa comprendere che devo andare avanti un passo per volta. 

Molti cristiani rimangono in questo punto, al livello legalista di una condanna permanente della legge. 
Sono sinceri, conoscono i comandamenti di Dio, vorrebbero applicarli, si sforzano ad applicarli – amare gli altri, essere pazienti, fare delle cose per Dio, evangelizzare, ecc. – Ma visto che lo fanno con le proprie forze, sono schiavi della legge di Dio, poiché la legge produce e sviluppa il peccato, in coloro che vogliono camminare con le proprie forze. 
Il solo modo per essere liberati dalla schiavitù della legge di Dio è morire in Cristo.

Prenderò un altro esempio più semplice.
Ammettiamo che siate capo di un azienda, e un vostro impiegato sia un buono a nulla, un completo incapace. 
Potete dirgli quanto volete: “fai questo, fai quello, fallo così, non farlo”, niente da fare. É la sua natura. É incapace di fare qualcosa bene, tranne quando è inattivo. 
Ma appena gli chiedete qualcosa, cioè quando comincia ad agire la legge, non ci riesce.

I comandamenti di Dio sono come un capo che è perfetto, che ci ha dato delle buone regole. Ma noi siamo come dei servitori incapaci. Appena cerchiamo di obbedire alla legge con le nostre forze e la nostra buona volontà, non ci riusciamo. 

Egli ci libera dalla schiavitù della legge attraverso la morte di Gesù e ci fa comprendere che siamo morti e resuscitati in Gesù, che per riuscire a fare tutto quello che Egli ci comanda, la vita di Gesù deve esprimersi in noi.
Come dice il cantico:
“Tutto quello che facciamo, sei tu, Signore, che lo compi in noi”.
Paolo dice: “è Cristo che vive in me”. 

Gesù dice: “Non faccio nulla da me stesso, ma faccio tutto quello che il Padre mio mi ha comandato”.
Lo faceva, non perché si sforzava di farlo, ma perché permetteva alla vita divina di esprimersi pienamente in lui. La sola cosa che faceva, era di accettare di mettere da parte la  propria volontà, perché anche Gesù aveva una volontà personale. Egli ha una volontà diversa da quella del Padre, benché sia la stessa di Dio.
Egli dice: “… non la mia volontà, Padre, ma la tua”.
Ha scelto di mettere da parte la sua volontà personale, per lasciare la volontà del Padre agire in lui, attraverso la potenza dello Spirito che abitava pienamente in lui. 
Ha semplicemente messo la sua volontà a disposizione del Padre e la vita divina è fluita attraverso di lui. 

Ecco la nostra pietra d’inciampo quando vogliamo fare delle cose per Gesù e che facciamo degli sforzi per piacergli. Cadiamo ogni volta. Ci armiamo di buone intenzioni e di buona volontà, ma continuiamo a peccare.

Quando vedete l’intero quadro che Paolo descrive in Romani 7, non è un immagine gradevole, poiché dice nel versetto 14: 
Infatti noi sappiamo che la legge è spirituale, ma io sono carnale, venduto come schiavo al peccato. (nella mia natura carnale).” 
La caratteristica della natura carnale è che si manifesta immediatamente quando le lasciamo la possibilità. 
Appena vogliamo fare qualcosa da noi stessi, anche se vogliamo farlo per Dio, è la nostra natura carnale che si esprime, 
ed è la catastrofe, perché la nostra natura carnale non può obbedire a Dio. É necessario che venga completamente messa da parte.

• Ed ecco che arriviamo al 4° punto, poiché tutto viene fatto per fede. 
Una volta che ho compreso che Dio mi ha liberato dalla legge del peccato, dalla schiavitù di questo corpo di peccato, attraverso la morte e la resurrezione di Gesù, arriva una delle cose più difficili e dolorose da comprendere per i cristiani:  Egli mi ha liberato da tutti gli sforzi personali fatti per servirlo.

Alcuni cristiani rimangono bloccati qui per tutta la vita. Amano il Signore, ma hanno imparato la Parola come dei precetti: “Devi fare così, poi così, devi mettere il velo, devi pagare la decima… ecc. “. Allora vogliono mettere tutto in pratica con uno sforzo di volontà personale, che proviene dalla nostra carne, dalla nostra volontà personale, dall’anima carnale, non è il frutto della vita dello Spirito Santo in noi, il frutto naturale della nostra comunione con Gesù.

Quando siamo in comunione con Gesù, quando lasciamo la Sua vita esprimersi, essa ci convincerà a mettere il velo, a vestirci e a parlare in un certo modo, ci renderà educati, amabili, gentili. Ma sarà un frutto naturale che viene dalla conoscenza diretta in Dio e dalla manifestazione sempre più grande dello Spirito Santo in tutti gli ambiti della mia vita.
É Cristo che lo fa in me, se glielo permetto, se mi metto davanti a Lui dicendo: “Signore, ho capito che i miei sforzi personali, anche quelli buoni per servirti e fare del bene per te, non valgono nulla ai tuoi occhi.” 
A Dio non interessano. Vuole che riceviamo da lui tutto quello di cui abbiamo bisogno affinché Egli viva attraverso noi. 
Ci chiede semplicemente di credere nella sua presenza in noi e nella potenza del suo Spirito Santo, ci chiede di offrirgli le nostre membra come un sacrificio vivente, per dargli le redini e potersi esprimere attraverso di noi.

Non significa che diventiamo marionette nelle sue mani. Dio avrà sempre bisogno del nostro permesso, della nostra decisione e consacrazione personale, della nostra fede nella sua azione e nella sua Parola. É la Parola di Dio che ci guiderà costantemente in quest’opera di manifestazione della vita di Cristo.

Il 4° punto consiste nel vedere, giorno dopo giorno, la perfezione di Cristo manifestarsi nella nostra vita. 

Una volta che sono stato liberato dalla schiavitù della legge, che ho compreso che non sono i miei sforzi personali che contano per Dio, 
allora posso mettermi davanti a Dio dicendo: “Signore, per anni ho voluto fare delle cose per te, ho fatto molte cose per te, e apparentemente ho potuto portare molti frutti per te. Ho percorso la terra intera per evangelizzare migliaia di persone. Ma veniva dalla carne, perché volevo fare io delle cose per te e davanti a te, non è accettabile se non sei Tu a farlo attraverso di me, se non è la manifestazione della tua volontà perfetta in me”.

Quando arriviamo a questo grado di capitolazione personale, davanti a Gesù,l’opera della Croce può agire profondamente in me (4°punto).
É l’ultima cosa compiuta sulla Croce da Gesù: farmi comprendere quanto il Signore voglia manifestarsi LUI in me, invece di essere io a farlo per Lui.
Vuole che sia il Suo buon profumo a sprigionarsi dal vaso spezzato.

Ricordatevi della donna che ha rotto quel vaso di profumo puro e l’ha sparso sui piedi di Gesù. 
Quel profumo ha riempito tutta la stanza. 
I discepoli non erano contenti perché dicevano che aveva sprecato migliaia di euro in un profumo molto costoso. Gesù ha detto: “Lasciatela fare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto una buona opera verso di me … in verità vi dico che in tutto il mondo, ovunque sarà predicato questo Vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che costei ha fatto

Perché ha fatto esattamente quello che Gesù vuole che facciamo anche noi: 
rompere il tappo che impedisce al profumo di Cristo di manifestarsi, quel tappo della volontà personale, della vita personale che Dio vuole che sia completamente frantumata dalla Croce. 
Egli vuole insegnarci, giorno dopo giorno, a camminare in una vita crocifissa, cioè a camminare nello Spirito. 

Se voglio imparare a crescere in Cristo, concretamente:
devo lasciare che la vita di Cristo si esprima, devo camminare secondo lo Spirito e non più secondo la carne; e questo si impara in modo concreto con una comunione personale quotidiana con Gesù.


Paolo dice in Romani 8:1 
Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte”. 

Nel versetto 4 dice: “…affinché la giustizia della legge si adempia in noi che non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito”. 
Da qui comincia l’apprendimento quotidiano della marcia secondo lo spirito, perché hai preso coscienza che lo Spirito di Dio abita in te. Hai in te un Aiuto potente.

Allora, come imparare a camminare secondo lo Spirito quotidianamente?


Viene detto nel versetto 11: 
Se lo Spirito di colui che ha resuscitato Gesù dai morti abita in voi…”, è il caso di tutti quelli che hanno accettato Gesù. “…allora colui che ha resuscitato Cristo dai morti…”, cioè Dio nostro Padre, che ha resuscitato Cristo con il Suo Spirito. “…vivificherà anche i vostri corpi mortali mediante il suo Spirito che abita in voi. Perciò, fratelli, noi siamo debitori non alla carne per vivere secondo la carne, perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo.”, con lo Spirito che abita in voi. “…voi vivrete”.

Questo è il nostro apprendimento quotidiano. 

Come ricevere questo apprendimento?


1. Sapendo che in Cristo siamo una nuova creatura.

2. Sapendo che il Suo Spirito abita in noi e che il suo Spirito ha la capacità di vivificare i nostri corpi mortali e di fare morire le opere di questo corpo, completamente, 

a condizione che lasciamo fare allo Spirito Santo e che evitiamo di mettere la nostra volontà personale sul Suo cammino dicendo: “Ora farò IO le buone opere. IO voglio obbedire”.

No, lascia agire lo Spirito Santo in te. 
Abbi fiducia dell’azione dello Spirito Santo che ti condurrà e ti illuminerà sulla situazione che stai vivendo attualmente. 

Abbiamo bisogno della luce dello Spirito Santo affinché ci mostri a che punto ci troviamo oggi.


Se avete il viso sporco e volete pulirlo, andate davanti ad uno specchio, guardate dove è sporco e poi vi lavate. 
Ma è necessario che ci sia uno specchio e della luce. Provate a mettervi davanti allo specchio di notte, al buio, per pulirvi, non riuscirete, anche se avete il miglior specchio del mondo e il miglior sapone del mondo. 

Dio è luce.


Quindi, la soluzione ai miei problemi pratici di tutti i giorni, non consiste, come dicono gli psicologi, nell’esaminarmi, nel risalire al mio passato, nel fare  una terapia cristiana per l’anima: tutto questo viene dalla carne. E la carne non permette allo spirito di manifestarsi.

Se vuoi conoscere lo stato in cui ti trovi oggi, devi metterti davanti allo specchio della Parola di Dio e devi lasciarti illuminare dalla luce dello Spirito Santo. 
Entrambe le cose sono necessarie: 
- lo specchio della Parola, in cui mi vedrò così come sono veramente; 
- e la luce di Dio, dello Spirito Santo.
Con entrambe vedrò a che punto mi trovo oggi. 
E in quel momento potrò far morire le opere del corpo, poiché Dio me le ha mostrate nella Parola e poiché mi ha dato la luce del suo Spirito. 

Allora dirò: “Signore, riconosco che sono sporco, lavami nel tuo sangue, ti chiedo perdono. Ora mi vedo nello specchio e alla luce della tua Parola, Signore ho capito quello che non va.”
Questo significa camminare giorno dopo giorno secondo lo Spirito nella luce del Signore. 

Il signore mi mostrerà, giorno dopo giorno, quello che nella mia vita presente è spirituale e quello che è ancora carnale.
E siccome il Signore non ama quello che è carnale nel mio servizio cristiano, qualche volta mi farà attraversare delle esperienze dolorose per farmi comprendere che devo mollare tutta la mia volontà personale, anche nel servirlo. 

Per questo tanti cristiani hanno dovuto attraversare prove difficili, nelle quali hanno avuto l’impressione di essere completamente abbandonati, messi da parte da Dio.
Perché era necessario che in quella situazione, lasciassero andare la propria volontà personale, che lasciassero cadere le ultime radici del voler fare con la propria testa, del fare come voglio IO.

Dio non vuole uccidere la nostra volontà, Dio vuole uccidere la nostra volontà personale. 
Nel senso che vuole che la nostra volontà sia messa al suo servizio. Non vuole che sia la nostra propria volontà a dirigere la nostra vita, ma la Sua volontà.

E quindi mi mostra tutti i punti dove la mia vita è ancora guidata dalla mia volontà personale. 
Li metterà in luce e mi dirà: “La soluzione è che tu comprenda che la mia Croce è passata da qui, ed è ora che anche tu porti la tua croce, 
cioè che porti la tua volontà personale sulla croce, affinché sia sostituita dalla Mia volontà. 
Questa è la Croce: accettare di rinunciare a quello che in questo momento ti costa lasciare andare, quello che vuoi ancora tenere per te.”

Vi ricordate la parabola in cui Gesù parla ad un uomo che aveva rispettato tutta la legge di Dio? 
Gli dice: “Ti manca solo una cosa: vendi tutto quello che possiedi, dallo ai poveri e poi seguimi”. 
Quello era il suo problema. Rispettava tutta la Parola, ma aveva ancora un idolo nel suo cuore che gli impediva di essere un discepolo di Gesù e di ricevere la vita di Gesù

Alla luce dello Spirito Santo e della Parola, Egli ci mostrerà tutti i punti a cui siamo ancora aggrappati dove impieghiamo la nostra volontà personale, per lasciarli andare, affinché non ne restino più, e venga manifestato in noi pienamente, tutto quello che Gesù ha acquisito alla Croce per noi.

Concluderei leggendo due passaggi.

In Luca 17:31, parla del Rapimento e dice: “In quel giorno chi si troverà sul tetto della casa, non scenda in casa a prendere le sue cose”.
Non fare come la moglie di Lot. Il Signore le aveva detto “non girarti indietro altrimenti morirai”. Lei si girò indietro perché il suo cuore era ancora attaccato a Sodoma e fu trasformata in una statua di sale.

Continua al versetto 3: 
“…così pure chi si troverà nei campi, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà…” 
Cioè: colui che cercherà di salvare la sua vita con i suoi propri mezzi e con la sua propria volontà, facendo secondo la sua testa, la perderà. Non sarà Rapito (in questo contesto del Rapimento).
“… ma chi la perderà, la salverà. In Verità vi dico, in quella notte, due saranno in un letto; uno sarà preso e l’altro lasciato.

Miei cari, significa che se il tuo cuore è ancora attaccato a qualcosa di quaggiù più che a Gesù, sarai così pesante da non poter salire, perché il tuo cuore vorrà ritornare indietro.
Se sei attaccato ad un uomo o ad una donna a un ministero o qualunque cosa tu stia facendo.

Ad esempio, ammettiamo che tu sia un servitore di Dio che sta compiendo un opera grandiosa per il Signore. E quest’opera non è del tutto finita nel momento in cui suona l’ultima tromba, e dici al Signore: “Signore non ho ancora finito, guarda la tua opera”.
Cosa pensi che ti dirà Gesù? 
“Resta e terminala. Io porto con me tutti quelli che sono pronti a partire.”

Se il tuo cuore è attaccato a qualcosa che stai facendo, Gesù ti dice: “lascia tutto e seguimi”, 
se dici di no, perché hai ancora delle cose da compiere per Gesù, stai cercando ancora di fare la tua propria volontà. Non sei ancora distaccato, anche se lo fai per Dio.

Ti viene chiesto di essere libero di fare tutto quello che Dio ti domanda, come Filippo in Samaria, dove si era prodotto un grande risveglio. 
Ma Gesù gli disse attraverso lo Spirito Santo: “Basta! Fermati! Devi andare nel deserto per un solo uomo”. 
Filippo lasciò tutto immediatamente. 
Avrebbe potuto dire: “Signore, c’è una grande opera in corso qui, non posso lasciare queste pecorelle. Bisogna nutrirle, bisogna organizzare una chiesa, nominare degli anziani, ecc…”
No, ha lasciato tutto nelle mani del Signore ed è partito. Si è fatto guidare dallo Spirito. Ha camminato secondo lo Spirito. 

Concludo il passaggio al versetto 35: 
“…due donne macineranno insieme, l’una sarà presa e l’altra lasciata”
Tutto questo perché cercheranno di salvare la loro vita. Quelli che perderanno la loro vita, e cioè che accetteranno di rinunciare alla loro volontà personale, ai loro desideri personali, per fare invece la volontà di Dio, questi ritroveranno la loro vita, per l’eternità.

In Giovanni 12:23: “…Gesù rispose loro: l’ora è venuta in cui il Figlio dell’uomo dove essere glorificato”.
E sappiamo come Egli è stato glorificato: ha accettato pienamente la volontà di Dio, suo Padre, di passare da quella Croce maledetta per pagare per tutti noi.

In verità, in verità vi dico: Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto. 
Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita”, la sua vita personale, i suoi desideri personali, le sue idee personali. “… in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, là sarà anche il mio servo; se uno mi serve, il Padre l'onorerà.

Il Signore sapeva bene quello che stava dicendo: “Vuoi seguirmi? Seguimi fino alla Croce, perché solo passando dalla Croce manifesterai la vita di resurrezione”. 

Un seme può restare vitale decine di anni in un posto asciutto, ma non produrrà alcun raccolto finché non muore, nel senso che se non sarà stato piantato in un luogo umido, per perdere il suo involucro, disfarsi e manifestare la vita che si trova in lui e produrre decine, centinaia di altri semi.

E Gesù dice: “Se resti attaccato alla tua volontà, questa vita che ho posto in te non potrà uscire dal guscio, dall’involucro. Resterà rinchiusa e tu resterai solo”,
mentre Gesù, ci ha riuniti in uno stesso corpo. Noi siamo il suo corpo, Lui è la testa. 
Se il corpo è formato da piccoli semi tutti chiusi in se stessi, non sarà un corpo in cui la vita circolerà. La vita resterà bloccata in ogni cellula. 
Invece, se questa vita che si trova in te si manifesta al di fuori, perché hai accettato che la tua volontà personale,L’ involucro, muoia per fare la volontà di Dio, allora tutta la vita uscirà e si manifesterà. 
Così ci sarà un raccolto alla gloria di Dio. E questo può farlo solo la Croce. Gesù lo ha fatto per noi.

Per concludere vorrei ritornare sui quattro aspetti dell’opera magnifica che Gesù ha compiuto per noi sulla Croce, affinché siano ben presenti nella nostra mente.

É grandioso e prego tutti i giorni: “Signore, rivelami ancora di più tutto quello che hai fatto sulla Croce, perché ne vedo solo degli aspetti parziali, ti prego illuminami sempre di più”.

- Il 1° aspetto è che, essendo noi tutti dei peccatori, Gesù è morto per noi, per pagare al posto nostro. Il Suo sangue è stato versato e questo sangue ha la capacità di cancellare completamente i peccati di coloro che si pentono e chiedono perdono a Dio nel nome di Gesù.

- Il 2° aspetto è che, nel momento in cui è morto, tutta la nostra vecchia natura è morta in lui, e vuole rivelarcelo attraverso lo Spirito Santo.

- Il 3° aspetto è che, nel momento in cui è resuscitato, noi che crediamo in Lui, siamo resuscitati con Lui ad una nuova vita, liberata interamente dalla schiavitù del peccato, da questo corpo di morte e dalla legge di Dio che non può essere rispettata con i nostri sforzi personali, ma che Dio ci farà rispettare con il suo Spirito che abita in noi. 
É il suo Spirito che ci condurrà all’obbedienza naturale, spontanea, della legge.

- Il 4° aspetto è che, tutto quello che Gesù ha compiuto per noi – la morte e la resurrezione – lo fa quotidianamente nella nostra vita, a condizione che accettiamo di rinunciare alla nostra volontà personale. 
E siccome si tratta di una crescita, Egli mi mostrerà, attraverso la luce della Parola e del suo Spirito, ogni volta un po’ di più, quali sono i punti della mia vita dove conservo ancora qualcosa di personale, poiché è proprio quello che blocca la vita di risurrezione. 
Tutto il lavoro di crescita in me, consiste nell’applicare la Croce ovunque ci sia una volontà personale, per metterla a morte concretamente, affinché io possa dire con tutto il mio cuore, come ha detto Gesù: “Non la mia volontà, Padre, ma la tua”.

Dobbiamo aver fede nell’opera compiuta da Gesù, perché è LUI che lo ha fatto per noi.

Quando Paolo dice: “che l’intero vostro essere, spirito, anima e corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo”, aggiunge: “…egli farà anche questo”.

É lui che lo farà in te, se tu resti attaccato al Signore, se lo ami, se abbandoni tutta la tua volontà personale e dici: 

“Signore, compi la tua opera in me, mi offro interamente a te.
Compi la tua opera di crocifissione della mia propria volontà, affinché tutto sia messo veramente a tua disposizione e che la tua vita si esprima in me, per la tua gloria più grande”.


In quel momento vedremo accadere delle cose meravigliose. 
Alleluia!



Fonte Originale: C63 - www.sourcedevie.com


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